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Recensione: "Necropoli" (Serie Whyborne & Griffin # 4) di Jordan L. Hawk

Titolo: Necropoli
Titolo originale: Necropolis
Serie: Whyborne & Griffin #4
Autrice: Jordan L. Hawk 
Trad.: Caterina Bolognesi
Editore: Triskell Edizioni 
Genere: Horror/Fantasy, Storico, Investigativo
Pagg.: 240 
Prezzo: € 4,99
Data di uscita: 16 maggio 2019
Link per l'acquisto: Amazon

Sinossi 
L’introverso studioso Percival Endicott Whyborne ha passato gli ultimi mesi guardando il suo compagno, Griffin Flaherty, venire a patti con il rifiuto della sua famiglia adottiva. Perciò, quando un telegramma urgente di Christine li convoca in Egitto, Whyborne è riluttante a rischiare la fragile tranquillità che sono riusciti a creare. Fino a quando uno sconosciuto, che sembra più bestia che uomo, cerca di ucciderlo al museo. 
Tra antiche rovine dell’epoca dei faraoni, dovranno raggiungere Christine e affrontare tradimenti, omicidi e una strega leggendaria tornata dal regno dei morti. Nel terribile calore del deserto, il trio dovrà affrontare le loro paure e combattere unito… o il loro legame verrà distrutto per sempre. 

Recensione 
Coraggiosi, determinati, innamorati e devoti l'uno all’altro. Whyborne e Griffin sono questo e molto altro, e lo dimostrano sempre di più volume dopo volume, avventura dopo avventura.
In “Necropoli”, quarto volume della serie di Jordan L. Hawk, l’avventura (o disavventura?) che li vedrà ancora una volta in pericolo e pronti ad affrontare ogni minaccia con forza e temerarietà, inizia con un imprevedibile e alquanto misterioso telegramma inviato da Christine, collega e cara amica di Whyborne, direttamente dall’Egitto.
Whyborne, però, nonostante la richiesta di aiuto da parte dell'amica, non vuole affatto lasciare la tranquillità della propria vita familiare con Griffin, in bilico dopo l’addio che quest’ultimo ha dato ai suoi genitori. Purtroppo per lui, quando un essere metà uomo e metà bestia cerca di ucciderlo al museo, non può fare altro che mettersi l’anima in pace, fare i bagagli e partire per Il Cairo. 

‹‹Mostruosi divoratori di cadaveri, stregoni risorti… da quando la nostra vita si è trasformata in un romanzetto da pochi spiccioli?››

Ora, immaginate Whyborne durante un lungo viaggio, circondato da persone sconosciute, irritato e indispettito in maniera come sempre divertente, imbarazzato e anche un po’ risentito verso Christine; ancora, immaginatelo in mezzo al deserto, sotto il sole cocente, in sella a un cammello, che trova particolarmente saporito il suo cappello; immaginatelo a fare nuovi e avvincenti esperimenti di magia. “Necropoli” dovrebbe essere letto anche solo per questo, per le battute sfrontate di Christine, le risatine mezze nascoste di Griffin e il viso color porpora di Whyborne.

Mi ghiacciai. ‹‹Non vorrai seriamente viaggiare fin là sulla schiena di quelle… creature!››
‹‹Certo che sì,›› rispose.
Degli addetti assicurarono i nostri bagagli ai cammelli mentre io li guardavo a bocca aperta. Quei cosi erano troppo grandi. Era mia opinione che niente avrebbe dovuto superare la stazza di un cavallo. Magari di un pony.
‹‹Non sono meglio gli asini?›› suggerii disperatamente.
Christine sbuffò. ‹‹Perché non sembreresti affatto stupido, trascinando i piedi nella sabbia ai fianchi di quegli animaletti. Adesso smettila di lamentarti.››
[…]
Non appena mi alzai per cercare una nuova argomentazione, avvertii uno sbuffo caldo sul collo.
‹‹Che diavolo?›› Mi voltai, appena in tempo per salvare il mio fez dalle labbra del fellone.

Non so dire cosa mi sia piaciuto di più di questo volume, che non ha nulla da invidiare ai precedenti. L’ambientazione egizia, i vecchi fanum, la trama intrigante e avvincente con antiche regine risorte e strani esseri che banchettano con i cadaveri, mappe da trovare; la costante bravura di Jordan L. Hawk nel coinvolgere il lettore, tanto da fargli tenere il fiato sospeso nei momenti d’azione, imprecare in quelli di pericolo e sospirare felice negli attimi di amore e passione — che, per inciso, non mi permettevano di staccarmi dal libro se non per cose essenziali.
Non possiamo poi dimenticare l’amore e la passione, appunto. Questi sono aspetti della serie Whyborne & Griffin che non possono di certo mancare, anche se ciò che più ho adorato è il modo in cui viene descritto lo sviluppo dell'intima storia d’amore di Ival e Griffin. 

“E poi, ho unito il mio destino al tuo, ricordi? Dove vai tu, vado anch’io.”

Abbiamo lasciato Griffin costretto a dire addio ai suoi genitori adottivi; ora è alla ricerca dei suoi fratelli. Spera di ritrovare almeno parte della sua famiglia, e Whyborne non fa nulla per ostacolarlo o scoraggiarlo, tutt’altro. Infatti, un aspetto che mi piace di questa coppia è il loro costante sostegno vicendevole. Anche se Whyborne teme che il ritrovamento dei fratelli di Griffin possa mettere in pericolo il loro rapporto, incoraggia e appoggia l’uomo che ama.
Whyborne, dal canto suo, nonostante ora abbia accanto un uomo che lo ami e abbia ormai più di una volta rischiato la propria vita per mettere in salvo quella degli altri, continua a essere insicuro, su se stesso, sulle sue capacità e anche su ciò che ha da offrire all’uomo che ama.
Whyborne, che ha sempre vissuto con la sola compagnia dei libri, si sente inutile in confronto al coraggio di Griffin e alla sfrontatezza di Christine. 
Ma è davvero inutile?
Noi, così come Griffin e Christine, sappiamo già la risposta, ma Whyborne no e, probabilmente, non riuscirà mai a convincersene. È per questo che persevera nei suoi esperimenti ‒ se così vogliamo chiamarli ‒, nella magia, qualcosa in cui è abile e grazie a cui può, appunto, essere d’aiuto alle persone a lui care.
Questo, purtroppo, non piace molto a Griffin, convinto che Whyborne prenda questa capacità con troppa leggerezza. 

‹‹Ti stai comportando da incosciente!››

Capisco Griffin, capisco i suoi dubbi e la sua preoccupazione — Ival è spesso impulsivo e incosciente quando si tratta di magia —, però comprendo anche Whyborne. 

Ho pensato che non voglio più starmene a guardare mentre un assassino cerca di uccidere Daphne, o te e Christine, e Dio solo sa chi altro! Ho pensato invece che potrei provare a salvarci!

L’insicurezza di Whyborne è un tasto dolente, in ogni campo, e devo dire che ferisce anche me: nonostante le prove d’amore di Griffin, Ival crede ancora di non essere abbastanza. Eppure, proprio lui, insieme alle sue capacità, ha un ruolo fondamentale in "Necropoli". Non voglio svelarvi altro, sarebbe un vero peccato!

Il personaggio di Griffin ha un suo personale sviluppo. Io lo adoro, in ogni suo momento. Adoro il coraggio e la sua forza, adoro la sua sensibilità e dolcezza e adoro la sua premura e apprensione verso il suo Ival.
Necropoli” è il libro in cui il suo passato e presente si incontrano, e ciò mi ha sorpreso. L’evento che lo ha tanto traumatizzato e che ancora lo perseguita ogni notte notte torna improvvisamente a farsi reale, a tormentarlo e a metterlo in pericolo. Ciò non gli impedisce di combattere perché lui è valoroso, impavido e farebbe qualunque cosa per Ival e per Christine. 

Necropoli” è anche il libro in cui si può toccare quasi con mano lo stretto legame di amicizia che c’è tra Whyborne, Christine e Griffin. 

Io chiusi gli occhi e mi aggrappai a entrambi. Magari saremmo morti tutti e tre nel deserto, per colpa del sole o della sete o di un errore evocato dall’Esterno. Ma per lo meno saremo stati insieme.

È un aspetto fondamentale della serie: il trio che combatte sempre insieme, unito, pronto a guardarsi vicendevolmente le spalle.

Necropoli” è il libro dei misteri, delle leggende, di nuove scoperte e consapevolezze. È il libro in cui Whyborne ammetterà ciò che è, in cui Griffin accetterà la propria situazione familiare ‒ rendendosi conto che ha, sì, perso i genitori ma ha trovato anche una nuova famiglia ‒ , è il libro di Christine, un personaggio femminile spettacolare. 
Credo ci sia ancora molto da scoprire sul nostro adorato Ival e sulle sue abilità. Ma sono davvero abilità acquisite o magari sono doti naturali? Per saperlo dobbiamo solo aspettare… e, come sempre, spero che l'attesa non sia troppo lunga!

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