So you hit the lights and I'll lock the doors Let's say all of the things that we couldn't before
Won't walk away,
won't roll my eyes
They say love is pain, well darling,
let's hurt tonight
If this love is pain, then honey let's love
tonight...
OneRepublic -
Let's Hurt Tonight
Capitolo 1
Jared si svegliò al suono dei gabbiani. Aggrottò le sopracciglia voltando lo sguardo verso la finestra spalancata della camera da letto. Le lunghe tende bianche danzavano al ritmo del vento proveniente dall'oceano. Chiuse gli occhi passandosi un mano sul volto mentre con l’altra cercava di raggiungere il corpo caldo che aveva riposato accanto a lui. Le sue dita trovarono solo lenzuola fredde e sgualcite. Grugnì e poi fece un sorriso. Non avevano lasciato la finestra aperta la sera prima, quindi significava che il suo amante era sulla veranda a guardare la vasta distesa di acqua salata.
Scostò il lenzuolo e si alzò dal letto avvolgendosi intorno ai fianchi una delle salviette che l’albergo metteva a disposizione. Camminò a passo leggero fino all'entrata della veranda e sulle sue labbra si disegnò un sorrisetto divertito.
Andrew gli dava le spalle, il volto
leggermente alzato, le gambe divaricate e le mani sui fianchi.
Davanti a lui il sole si rifletteva sulla superficie azzurra e piatta
del mare. Sembrava a tutti gli effetti il re del mondo. O un pirata,
che sfida gli elementi per andare alla ricerca di un qualche tesoro.
Ed era completamente nudo. Jared si passò il pollice sul labbro
inferiore ammirando la curva del sedere e i disegni colorati che gli
ricoprivano il corpo. Chinò la testa di lato pensando di convincerlo
a farsi tatuare sul culo “Proprietà esclusiva di Jared Campbell”.
Abbandonò l’asciugamano sul pavimento e raggiunse Andrew
abbracciandolo da dietro. L’uomo ridacchio e si appoggiò
immediatamente a lui posando le mani sulle sue braccia. Jar adorava
il modo in cui Andrew aveva ricominciato a lasciarsi andare quando
erano insieme. Quei tre anni in cui erano stati separati sembravano
dissolversi giorno dopo giorno.
Spostò la bocca contro il suo
orecchio dopo avergli ricoperto il collo di baci leggeri. «Buon San
Valentino…» Disse con un filo di voce schiacciandosi completamente
contro di lui. Quell’anno sarebbe stato speciale perché avrebbero
festeggiano non solo la ricorrenza di tutti gli innamorati ma anche
qualcosa che era solo per loro due. «Da quanto tempo sei
qui?»
Andrew mugugnò muovendo i fianchi per allineare l’erezione
di Jar tra le natiche. Inspirò lentamente e aprì la bocca per
risucchiargli il lobo dell’orecchio.
«Mi hanno svegliato i
gabbiani. Non credevo fossero così rumorosi…» Andrew continuò a
muoversi contro di lui mentre l’erezione di Jar si tendeva e si
ingrossava in attesa di affondare in quel corpo caldo. «Quanto tempo
manca?»
Le mani di Jar si arpionarono sui suoi fianchi e lo
spinsero in avanti, contro la ringhiera di legno. «Poco più di otto
ore…»
«Mi stai costringendo ad andare all’altare non più
illibato…»
«Non sei una sposina vergine, dolcezza…»
«E
di chi è la colpa?»
Jared ridacchiò e fece vagare una mano sul
petto dell’altro fino ad afferrargli il collo costringendolo a
voltarsi per catturargli le labbra.
Gemettero entrambi quando Jar
forzò la sua bocca con la lingua per entrare. Il sapore unico e
caldo del suo uomo gli incendiò i sensi e l’urgenza di scoparlo
diventò sempre più imminente. Tenendolo contro il proprio petto
spostò l’altra mano verso il basso stringendo il collo del suo
cazzo con le dita. Andrew si inarcò con uno scatto e il movimento
fece allineare la punta dell’uccello contro la sua entrata.
«Stai
per scoparmi in una camera d’albergo vista oceano nelle Hawaii,
avvocato?»
«No…» Rispose con voce roca allontanandosi da lui
e piegandolo fino a fargli poggiare il petto sulla balaustra. «Sto
per fare l’amore con il mio futuro marito…»
Si inginocchiò
lentamente e posò la bocca sulla natica destra mordendolo fino a
lasciargli il segno. Andrew sbuffò, un suono simile ad un ansito e
una risata. Jared puntò lo sguardo verso l’anello di muscolo, che
di lì a pochi secondi avrebbe violato con la sua lingua. Si leccò
le labbra iniziando una lenta e studiata tortura per portare Andrew
allo sfinimento. Usò le labbra, la lingua e i denti senza mai
avvicinarsi al suo obiettivo mentre l'altro continuava a dimenarsi,
imprecando e pregandolo di muoversi.
«Stai cercando di farmi
impazzire?»
«Tu sei già completamente pazzo, dolcezza…» tirò
fuori la lingua e la schiacciò contro la sua apertura assaggiandolo
lentamente. Chiuse gli occhi per un secondo sentendo il sapore
vellutato del suo luogo più nascosto. Fece di nuovo lo stesso
movimento allargandogli le natiche. Andrew imprecò a voce alta e lo
sentì irrigidirsi.
«Honey…»
Aveva la voce spezzata dal
desiderio e di certo l’erezione di Jar non stava meglio. Se avesse
avuto la capacità di parlare il suo uccello lo avrebbe rimproverato.
Infilò la bocca dentro di lui allargandolo, baciandolo e amando il
fatto di poterlo fare liberamente anche se erano all’aperto.
Succhiò e lo preparò in modo da non fargli male, ma soprattutto
voleva che Andrew sentisse ogni singolo centimetro entrare dentro di
lui. Andrew si mosse di nuovo, questa volta per masturbarsi, ma Jared
si alzò e, tenendolo piegato in avanti, gli bloccò la mano sulla
schiena. «Tieniti con una mano sola e non azzardarti a toccarti
senza il mio permesso, è chiaro?»
Le parole di Andrew si persero
in ansiti e gemiti mentre spingeva i fianchi verso di lui. Jar si
passò di nuovo la lingua sulle labbra e afferrandosi l’erezione si
insinuò dentro il suo uomo con un movimento deciso.
Andrew gridò,
insieme ai gabbiani, mentre stringeva i muscoli interni contro il suo
uccello come a volerlo soffocare. Assaporò quella meravigliosa
sensazione di essere dentro di lui. Quel caldo abbraccio erotico che
non aveva mai dimenticato e che per nulla al mondo avrebbe lasciato.
Poi iniziò a muoversi.
Tenendogli con forza il braccio contro la
schiena si arpionò al collo di Andrew per tenersi e per spingersi
più in profondità.
Tra di loro era sempre stato così. Il sesso
piaceva ad entrambi ed era soddisfacente farlo in quel modo duro e
violento. Avevano anche momenti di completa tenerezza, di coccole e
di spinte lente e leggere. Ma quel tipo di sesso non aveva mai
soddisfatto pienamente entrambi.
Continuò a scoparlo con forza
alternando brevi momenti in cui i suoi fianchi rallentavano per poi
spingersi di nuovo e ricominciare a martellarlo. Andrew continuava a
gemere forte, chiedendo di più. Jar non lo avrebbe deluso.
«Sto
per…»
Jared si fermò, profondato dentro di lui. Andrew stava
respirando a fatica e quando si accorse che si era fermato voltò la
testa e lo guardò oltre le spalle con le sopracciglia aggrottate.
Jared gli liberò il braccio sulla schiena e gli afferrò la
coscia alzandola e spingendolo ancora più vicino al parapetto. Gli
appoggiò il ginocchio sul legno levigato e spinse di nuovo con più
forza trovando finalmente il punto sensibile del suo compagno. Andrew
tirò la testa all’indietro e si mosse per adattarsi a quella nuova
posizione. «Voglio farti venire senza toccarti…» Disse con voce
roca e bassa spingendosi dentro di lui e piegando la schiena per
catturargli le labbra. Andrew ansimò e parve impossibilitato a
ricambiarlo, ma poi si agganciò alle sue spalle tenendosi in
precario equilibrio sulle punte dei piedi. Gli morse il labbro
inferiore e Jar riuscì a sentire il sapore del sangue. Sorrise
mentre apriva gli occhi e notava lo sguardo carico di lussuria negli
occhi dell’altro ma con un velo di rimprovero.
«La prossima
volta sarai tu a venire senza toccarti…»
Jared rabbrividì al
solo pensiero e gli succhiò il labbro inferiore senza smettere di
entrare ed uscire da lui. «Abbiamo tutta la luna di miele per
provare…»
Andrew gli strinse le dita contro la spalla e buttò
la testa all’indietro. Entrambi avrebbero avuto segni evidenti
sulla pelle di ciò che stavano facendo. Quel sentirsi così vivo,
sentire il battito furioso del suo cuore nelle orecchie, sentire le
farfalle nello stomaco, era quello ad essergli mancato più di tutto.
Era essere dipendente da qualcuno e sapere senza ombra di dubbio che
non puoi vivere senza. Sapere di essere la forza e il sostegno di
un’altra persone e allo stesso tempo capire le proprie debolezze.
Andrew rappresentava il vero fulcro del suo essere.
Quando le
gambe iniziarono a cedergli capì di essere giunto al limite. Spinse
ancora e ancora, andando a toccare con maggior facilità la prostata
di Andrew e colpendola per farlo scattare. Il primo getto di seme gli
fece serrare la mascella, poi Andrew si irrigidì e dalla punta del
suo uccello iniziarono a zampillare getti di sperma che gli colpirono
gli addominali e il petto.
Jar si svuotò dentro di lui,
muovendosi fino ad essere troppo sensibile. Solo che non riusciva più
a stare in quella posizione. Quando entrambi stavano per tornare alla
realtà i loro corpi cedettero alla stanchezza e alla forza di
gravità. Ruzzolarono entrambi, uno sopra l’altro sul pavimento di
legno, scoppiando a ridere come due ragazzini.
Capitolo 2
«Dovete smetterla di
giocare con corde e manette, avete una certa età...»
Drew
storse il naso rivolto allo specchio dove poteva intravedere la
sagoma di Travis che si muoveva per la stanza. Forse i lividi intorno
al collo erano ancora un po' troppo rossi, ma la cosa non lo
preoccupava. Amava quei marchi e, soprattutto, amava l'uomo che
glieli aveva lasciati.
«Chi ha mai parlato di roba del genere?»
Gli occhi blu di Trav si sollevarono e lo scrutarono in silenzio per
alcuni secondi fino a quando le labbra si piegarono in un sorrisetto
divertito.
«Jared è un pervertito, lo sanno tutti...» Andrew
si voltò con le mani sui fianchi e chiese: «Tutti chi?» Travis
sgranò gli occhi e si portò entrambe le mani al petto dicendo:
«Io...» spingendo l'altro uomo a scuotere la testa esasperato.
Travis sapeva essere un vero cazzone quando si impegnava. «Ehy, uomo
dipinto non fare quella faccia con me! Io so e questo dovrebbe
bastarti per fare in modo che diventi opinione di tutti...»
Socchiuse le labbra per rispondere quando una voce più giovane e
venata di divertimento lo interruppe. «Continuo a chiedermi perché
tu gli dia retta...» Jace si fermò al fianco di Andrew spingendolo
con la spalla e soffocando una risata. «Forse perché tra
cazzoni...»
Travis sbuffò e puntò un dito contro l'uomo al suo
fianco senza dire nulla di più. «Non credo che tua sia nella
posizione...» ribatté Drew voltando appena il viso e chinandolo in
direzione del suo futuro cognato. Prima che potesse concludere la
frase si ritrovò con gli occhi di Jace puntati addosso e fu
costretto a premersi il palmo contro le costole a causa della
gomitata ricevuta. Veloce il ragazzino, doveva ammetterlo.
«Io
dovrei sposarmi tutto intero. Non credo che tuo fratello sarebbe
felice di riceve un ammasso informe color violetto...» Si lamentò
Drew massaggiandosi la parte offesa.
«Devi imparare a stare
attento a quello che dici uomo dipinto. Io ormai ci ho fatto il
callo...» Anche Travis si ritrovò a massaggiarsi il collo dove Jace
aveva colpito senza nessuna remora costringendo Andrew a serrare le
labbra per non scoppiare a ridere.
«Fatevi guardare voi due e
smettetela di fare i deficienti, cosa che, lo capisco benissimo, può
risultare parecchio difficile. Perché Jar abbia deciso di farvi
finire nella stessa stanza...» Jace continuò a parlare soppesando
con lo sguardo entrambi gli uomini, che si erano affiancati senza
sapere se si trovavano ad un'ispezione dell'esercito o si dovevano
difendere da altri attacchi a sorpresa. «Io ero venuto solo per
vedere che non si fosse soffocato con la tenda...» si difese Travis.
«Come se fosse possibile! Le hai viste che svolazzano dalla
leggerezza? Ti sembro una farfalla volante?» Obbiettò Drew.
«Perché ci sono farfalle che non volano?» Chiese ancora più
perplesso il poliziotto spingendo Jace a sbuffare sonoramente.
Tacquero entrambi più intimoriti di quanto avrebbero mai ammesso.
Julian – Perché adesso che Drew sapeva il suo vero nome era quasi
divertente prenderlo in giro...in silenzio – poteva essere una vera
carogna, anche se chiunque vedendolo non lo avrebbe mai detto.
Piccolino, minuto, biondo...Una bambolina, ma Drew aveva scoperto nel
tempo, che si trattava di un modello Voodoo, per cui stava molto
attento a non farlo incazzare. Le rappresaglie di Jace erano
diventate memorabili negli anni. Ricordava ancora quella volta
che…
«Raddrizza le spalle e allenta un pochino il cordino dei
pantaloni di lino...» Alle parole di Jace, Andrew abbassò
istintivamente lo sguardo sul proprio addome mentre Travis produsse
un verso indignato dicendo: «Vuoi che li perda mentre percorre la
navata?»
Non lo avrebbe corretto perché di fatto le file di
sedie disposte ai lati avrebbero formato un corridoio, ma parlare di
'navata' sulla spiaggia di Lanikai gli sembrava comunque eccessivo.
«Non perderà proprio niente, sarà solo più sexy
e...appetitoso.» Decretò Jace sorridendo soddisfatto. «Vorrei
ricordare che...» accennò titubante Andrew guadagnandosi
un'occhiataccia dal 'sergente d'ispezione', ma trovando il coraggio
di andare comunque avanti. «Sono sempre uno sposo, anche se non sono
illibato...» Travis al suo fianco scoppiò a ridere come se fosse
stata fatta la miglior battuta di tutti i tempi, cosa che Drew non
credeva possibile. «Forse ti sono rimaste le orecchie in quello
stato...» Il silenzio che accolse quelle parole spinse il poliziotto
ad affinare lo sguardo e chiedere: «Quelle lo sono ancora, vero?»
«Sei tu che hai detto che mio marito è un pervertito...»
Andrew trattenne un sorriso per il piacere di rivoltare contro il
miglior amico di Jared le sue stesse parole, ma Jace non fu
altrettanto magnanimo. «Hai perso, Elvis. Uno a zero per lo
squilibrato in procinto di convolare a nozze...»
«Ma perché il
tuo compagno deve sempre usare dei paroloni? È
mio marito l'avvocato...» replicò Andrew perplesso.
«Che vuoi
che ti dica, ink man, in questa famiglia si sono ingoiati tutti un
dizionario. Tutti, tranne noi...» Travis gli diede di gomito
guadagnandosi un'occhiata velenosa da parte di Jace, che riprese in
silenzio la sua ispezione.
Andrew si sentiva bene nei pantaloni
di lino bianchi, la camicia dello stesso colore libera di
accarezzargli i fianchi e le infradito di corda. Insieme a Jared
avevano deciso di sposarsi su un'assolata spiaggia delle Hawaii e,
dopo la mattinata appena trascorsa, Andrew non poteva che essere
d'accordo. Svegliarsi e fare l'amore con il suo compagno…
«Stai
facendo un suono disgustoso e non voglio nemmeno conoscere i tuoi
pensieri...» Travis si allontanò da lui come se fosse appestato,
afferrando Jace e tramortendolo con un bacio mozzafiato.
«Adesso
possiamo andare...»Decretò soddisfatto lasciando andare un Julian
frastornato, ma con un sorriso che andava da un orecchio all'altro.
Drew riteneva che il poliziotto avesse finalmente trovato qualcuno in
grado di tenergli testa e il fatto che fosse il fratello Jar lo
riempiva di gioia. La loro amicizia sarebbe stata cementata da
un'unione effettiva; sarebbero diventati parenti proprio come
succedeva nelle soap che Valerie amava guardare.
Uno schiocco di
dita davanti agli occhi lo riportò al presente e allo sguardo
divertito di Jace. «Ti sei perso o stai pensando di scappare?»
chiese suo cognato ridacchiando. «Scappare?» Esclamò Andrew. «Ho
appena accalappiato il miglior partito sulla piazza, ragazzino.
Adesso devo solo procurarmi del C4 con cui tracciare i confini del
suo spazio vitale. Hai idea se ne vendano capace di spostarsi con il
corpo in questione?» Jace si limitò a scuotere la testa e
trascinarlo fuori dalla camera dove fu investito dal calore della
sera e l'odore del mare.
Scesero i gradini in legno, che li
avrebbero condotti sulla spiaggia e si fermarono ad ammirare lo
spettacolo davanti ai loro occhi.
Le sedie bianche erano disposte
in file ordinate e terminavano davanti al gazebo in legno e tulle
bianco, che sormontava un altare improvvisato ai lati del quale si
trovavano composizioni floreali, che Andrew ignorava chi avesse
portato. Forse Alex, la mamma di Evan, o Valerie, sicuramente non
Miranda, che sarebbe stata presente alla cerimonia, ma di certo non
per scelta propria.
Forse si era perso il miglior spettacolo
della sua vita: Jackson che trascinava Eleonor sulla spiaggia per i
capelli. E nessuno lo aveva avvertito? Ingrati!
«Siamo pronti?»
domandò Jace a voce bassa. Travis, ancora al loro fianco, sbuffò e
scrollò le spalle sconfitto. «Comunque sono ancora offeso perché
avete bocciato la mia idea di marcia nuziale?»
Jace alzò gli
occhi al cielo e borbottò: «Come se la marcia imperiale di Darth
Fener fosse mai stata una scelta possibile»
Il poliziotto si
voltò di scatto spingendo Andrew a tirarsi indietro, ma la piccola
bambolina Voodoo non sembrò impressionata. «Raggiungi Jar invece di
perdere tempo. Il testimone deve essere a fianco dello sposo,
sbaglio?» La voce di Jace così calma e ragionevole spinse anche
Drew ad annuire senza motivo. Travis assottigliò lo sguardo, sbuffò
piano e sconfitto si diresse verso l'altare dove Jared lo attendeva
stagliato contro la luce arancione del tramonto. Solo in quel momento
Andrew si rese conto davvero di quello che stava per fare.
«Porca
vacca, sto per sposarmi di nuovo? A cosa stavo pensando quando ho
accettato?»
«A niente, Drew proprio come fai di solito» rispose
Jace con un sorriso tra il dolce e il divertito. «Vuoi davvero farti
venire una crisi di panico in questo momento?» La domanda era più
insidiosa di quanto Andrew avrebbe ammesso. Gli sarebbe piaciuto
farlo in effetti. Dopotutto quel film con la sposa che scappa era uno
dei suoi preferiti; la Roberts aveva un gran fascino mentre se la
dava a gambe nelle situazioni più disparate, ma a lui mancava la
massa di riccioli rossi, il vestito voluminoso…
«Drew...» La
voce di Jace, poco più alta di prima, lo strappò a quella
fantasticheria e lui si ritrovò sulla spiaggia, alla luce del
tramonto con tutti gli occhi puntati addosso. «Merda! Cosa mi sono
perso?» domandò temendo la risposta. Jace alzò un dito verso il
cielo e lo guardò come si guarda un cretino – Drew conosceva bene
la sensazione visto quante volte era stato guardato in quel modo -
ma lui ancora non capiva. C'era un attacco in corso? Stava cadendo il
cielo come nel cartone animato? Alzò gli occhi scrutando la volta
celeste e rossastra senza trovare nessun indizio.
«La musica,
deficiente! E' partita la marcia nuziale che avete scelto insieme tu
e Jar. O cammini o ti tiri indietro con entrambe le gambe rotte»
Disse Jace con un sorrisetto angelico a mascherare il sibilo della
sua voce. «Decidi. Adesso.» Finalmente, oltre la nebbia del panico
e la follia che risiedeva nella sua testa, Andrew riuscì a percepire
la musica: 'Let'shurttonight', quella canzone sembrava cucita su di
loro e non avrebbero potuto non sceglierla. Ogni nota penetrò dentro
di lui spingendolo a sorridere e, senza nemmeno pensarci, prese Jace
sottobraccio e iniziò a camminare verso l'altare fermandosi poco
dopo solo per calciare le infradito sotto una sedia borbottando:
«Tanto vale levarsele o finirò per trascinarmi dietro una collina
di sabbia.»
Il calore del giorno era stemperato da un vento gentile, che portava con sé l'odore di salsedine e di fiori; il rumore delle onde non veniva coperto dalla musica che si spandeva intorno a loro, anzi ne diventava parte integrante, ma quello che colpiva davvero Andrew era l'uomo al quale si stavano avvicinando.
Il calore del giorno era stemperato da un vento gentile, che portava con sé l'odore di salsedine e di fiori; il rumore delle onde non veniva coperto dalla musica che si spandeva intorno a loro, anzi ne diventava parte integrante, ma quello che colpiva davvero Andrew era l'uomo al quale si stavano avvicinando.
Jared, vestito esattamente come lui, aveva gli occhi brillanti e
colmi di sentimenti che sembravano richiamarlo e Drew non se lo
sarebbe fatto ripetere due volte.
All'altare si fermò di fianco
a lui e lasciò andare il braccio di Jace che prese posto dove doveva
essere il testimone. Travis e Jace erano stati una scelta scontata
per entrambi; Jared per il legame che lo univa al poliziotto e
Drew...Bé, lui aveva sempre adorato suo cognato, anche nei momenti
più bui.
Il pastore, un uomo di colore vestito di bianco e con un
forte accento hawaiano, si schiarì la voce dando loro il benvenuto
ed iniziando la cerimonia. Jared si chinò e domandò: «Crisi di
panico?» Merda! Lo conosceva davvero troppo bene. «Naaaa» obbiettò
Andrew senza riuscire a trattenere un sorrisino. «Non interrompere
il pastore, avvocato. Non voglio che un domani tu possa appigliarti
ad un cavillo per invalidare il tutto» Posò la spalla contro la sua
e puntò gli occhi in quelli nocciola lasciando che le parole con
quell'accento melodioso rendessero ancora più reale quel momento.
Capitolo 3
«Siamo qui riuniti per unire in matrimonio questi due uomini che dopo esserti persi, hanno deciso di ritrovarsi…» Il pastore Francis sorrise ad entrambi e poi si chinò in direzione di Andrew. «E tanto per essere chiari, anche lui era nervoso…»
Andrew voltò la testa di scatto con
un’espressione sorpresa e dubbiosa. Jared sorrise e cercò la sua
mano per intrecciare le dita. «Ti sei fermato. Ho creduto ci stessi
ripensando…»
Dire che era nervoso era quasi un eufemismo. Nel
momento esatto in cui Andrew aveva esitato il cuore gli era balzato
in gola e una spiacevole e intensa sensazione di abbandono lo aveva
travolto. Solo la voce del pastore, che gli intimava di aspettare, lo
aveva tenuto fermo sul posto, altrimenti si sarebbe precipitato dal
suo compagno e lo avrebbe pregato di fronte a tutti di non avere
paura. Avrebbe pregato Andrew di dargli la possibilità di essere un
marito migliore.
Andrew socchiuse le labbra mentre i suoi occhi
catturavano la luce morente del giorno e l’azzurro brillava più
dell’oceano davanti a lui. Non disse niente, ma sorrise, come se
avesse davanti la cosa più importante del mondo. Jared si chinò
verso di lui poggiando la fronte contro la sua. «Sei bellissimo…»
Disse in un sussurro quasi disperato.
Le dita di Andrew si
strinsero con più forza nella sua mano ed entrambi si voltarono in
direzione del pastore che continuò il suo discorso.
Avevano
scelto una cerimonia semplice con solo una ventina di persone.
Compreso nell’invito al matrimonio c’era un biglietto aereo per
le Hawaii offerto dagli sposi. Entrambi avevano da sempre avuto un
amore viscerale per l’acqua e, dopo diverse ricerche, si erano
imbattuti in quella spiaggia romantica, location scelta da molti
sposi. L’organizzazione era stata affidata ad un’agenzia del
luogo e fino a quel momento era stato tutto incredibilmente perfetto.
Sembrava davvero il preludio ad una vita felice insieme all’uomo
che amava.
«…Jared, vuoi iniziare tu con le promesse?»
Annuì
in direzione del pastore e si voltò verso Andrew tenendolo ancora
saldamente per mano. Trovandosi uno di fronte all’altro prese un
lungo respiro, senza nascondere il nervosismo che continuava a
riproporsi dentro di lui.
Andrew sorrise dolcemente. «Non vado da
nessuna parte, honey…»
Rilasciò il fiato e la tensione parve
sciogliersi di colpo, come se quelle parole avessero spazzato via
ogni possibile dubbio. Si leccò le labbra guardando il suo compagno
negli occhi, perdendosi in quel mare azzurro. «Ho sempre voluto
darti ogni cosa. Credevo che l’amore fosse esattamente questo:
quantificare all’altro il peso del proprio sentimento con
altrettanti oggetti. Comprare una casa, andare a vivere in un'altra
città, liberarti dai problemi…erano queste le cose che pensavo ti
avrebbero reso felice. Volevo essere la roccia a cui potessi
appoggiarti. Volevo essere la certezza per le tue paure. Ma non avevo
capito niente.» Sorrise divertito vedendo l’altro alzare gli occhi
al cielo. «La prima volta che ci siamo sposati ti ho promesso che
non ti avrei fatto mancare niente, che sarei stato tutto ciò di cui
avessi avuto bisogno. Ma non era questo che meritavi. Volevi un
compagno, non un cavaliere dalla scintillante armatura che veniva in
tuo soccorso. Volevi qualcuno che affrontava con te i problemi, non
che li risolvesse senza chiederti un opinione. Volevi la mia
debolezza, ma io non ero sicuro di potertela affidare. Per me era
importante essere forte in modo che se mai fossi caduto io ti avrei
sorretto. Ma non era quello che volevi da me. Adesso so, che se mai
dovessi cadere, io cadrò insieme a te. Se mai qualcosa ti farà del
male, io soffrirò insieme a te. Se ci sarà gioia nella tua vita, io
sarò felice con te. Voglio vivere la mia vita con te. Insieme a te.
Affrontare il bello e il brutto tenendoci per mano, senza
piedistalli, senza armature.»
Si leccò di nuovo le labbra e alzò
la mano con le loro dita intrecciate per accarezzargli il viso. «La
prima volta che ci siamo sposati avevi i capelli blu.» Sorrise al
ricordo senza smettere di toccarlo. «Quando è giunto il momento di
metterti l’anello hai fatto una smorfia per il dolore. Avevamo
ancora le dita gonfie per il tatuaggio appena fatto e per non
rovinare il momento hai infilato la fede alla mano destra. Mi hai
detto che anche senza gli anelli eravamo legati da qualcosa di più
forte che non sarebbe mai andato via. Con quel cerchio di inchiostro
intorno al dito mi hai legato a te.» Tracciò una linea invisibile
sul suo labbro inferiore e poi si portò le dita dell’altro alla
bocca, soffermandosi sull'anulare sinistro, parlando contro la sua
pelle senza mai aver abbandonato per un attimo lo sguardo di Andrew.
«Sapevo di amarti quando ti ho baciato la prima volta. Lo sapevo
quando abbiamo litigato perché odiavi il fatto che continuassi a
partire stando via sempre più tempo. Sapevo di amarti quando me ne
sono andato e quando hai firmato le carte per il divorzio. Sapevo che
saresti stato l’unico uomo al quale avevo donato me stesso quando
ci siamo parlati dopo anni di silenzio. Sapevo di amarti anche quando
non volevo farlo. So di amarti adesso e che continuerò a farlo fino
a quando avrò vita.»
Il silenzio che seguì quella parole durò
solo pochi secondi in cui Jar vide Andrew deglutire per l’ennesima
volta. Gli piaceva farlo restare senza parole e amava vederlo privo
di quella maschera di divertimento perché troppo impegnato ad
assorbire le sensazioni. Sentì la stretta nelle dita rafforzarsi e
la leggera carezza del suo pollice contro il tatuaggio all’anulare
sinistro. «Questo tatuaggio è quello che davvero ci lega. Un segno
indelebile, come è indelebile il sentimento che insieme abbiamo
imparato a far crescere. Quando avevo sedici anni mi sembravi un
angelo sceso in terra. Eri così bello che avrei fatto qualunque cosa
per averti...» Il petto di Jared si gonfiò di emozione incrociando
di nuovo i suoi occhi. Il sorriso di Andrew fu più luminoso del
sole. «Mi sono fatto quasi uccidere solo per ottenere la tua
attenzione, non dimenticartelo...» Ridacchiò insieme ai presenti,
compreso il pastore al loro fianco. Quando l’altro tornò serio il
cuore di Jar stava di nuovo battendo furiosamente. «Tu sei stato il
cardine della mia vita. Eri con me in tutti i momenti importanti. Li
abbiamo vissuti e superati insieme, ma adesso mi rendo conto che lo
abbiamo fatto con aspettative diverse, con pensieri diversi. Oggi non
è più così. Avrei preferito non perderti per capirlo, ma sono
certo che oggi il nostro legame sia ancora più forte di quanto non
fosse tre anni fa.» Quando Andrew portò le loro mani sul petto
riuscì a sentire lo stesso suono rombante e si morse il labbro
inferiore per impedirsi di scostare la camicia di lino ed entrare a
contatto diretto con la sua pelle calda. «Tu sei la mia metà
perfetta e so che non tutti hanno la fortuna di trovarla, eppure a me
è successo. Tu mi capisci anche quando tutto il resto del mondo
sembra considerarmi solo un folle; non ridi di me, lo fai insieme a
me ed è uno dei beni più preziosi che io abbia. Tu sei ordine e
rigore, mentre io sono caos e confusione; siamo poli opposti incapaci
di restare distanti. Ci abbiamo messo un po' perché siamo duri di
comprendonio...»Il discorso venne interrotto dalle voci di Travis e
Jace che all'unanimità dissero: «Due deficienti…» generando
risate soffocate tra gli ospiti. Andrew alzò gli occhi al cielo e
scosse la testa. «Ok, ve lo concedo, siamo due deficienti, ma
honey...» tornò a cercare gli occhi di Jar, sorrise e premette le
labbra sulla piccola fascia scura che presto sarebbe stata coperta da
un anello in oro bianco dalle linee nette e semplici. «Non mi
stancherò mai di esserlo insieme a te...»
Jared fece un passo
avanti trovandosi a pochi centimetri dal suo viso e trattenne il
respiro aspettando di sentire il pastore le fatidiche parole. Sentiva
il respiro di Andrew sulle labbra, affrettato e caldo come il
proprio. Sembrava di essere sul punto di cadere e quando non riuscì
più a trattenersi voltò appena lo sguardo verso il pastore Francis.
«Ho bisogno di baciare mio marito, possiamo arrivare alla
conclusione in fretta?»
Il pastore fece un sorrisetto furbo.
«Volevo leggervi qualche passo della Bibbia…»
«Credo che sia
il caso di farlo con un’altra coppia, Don Cioccolato» Mormorò
Travis sporgendosi in avanti.
«Piantala di dare nomignoli a
tutti, Elvis.» Protestò Jace cercando di convincere il suo compagno
a non fare l’idiota.
«Ho la memoria labile ed è per questo che
mi invento i nomi. E’ anche per evitare di fare brutte
figure»
«Pensi di non fare brutte figure?» Chiese di nuovo Jace
piegando la testa di lato.
«Signori…» Il pastore Francis
richiamò l’ordine e Jared sentì gli occhi di tutti puntati di
nuovo addosso, ma lui era troppo concentrato a ricambiare lo sguardo
di Andrew. Erano rimasti a fissarsi per tutto quel tempo, parlandosi
con lo sguardo, con le lieve carezze e con i respiri che si fondevano
l’uno con l’altro.
«Con il potere conferitomi io vi dichiaro
marito e marito. Andrew puoi baciare il tuo sposo
impaziente…»
Sorridendo il suo compagno si spinse in avanti, ma
Jar si allontanò in modo giocoso inarcando un sopracciglio. Andrew
aggrottò le sopracciglia senza abbandonare il suo sorriso. «Non hai
appena detto che hai bisogno di baciarmi?»
«Prima dimmi quello
che voglio sentirmi dire…»
Andrew alzò gli occhi al cielo e
agganciò la mano libero dietro al suo collo e schiacciò le labbra
con forza contro le sue ridendo. «Ti amo.»
Jared imitò la sua
presa e aprì la bocca per farlo entrare dentro di sé, ma si
immobilizzò all’urlo di Jace. Travis si infilò la mano dietro la
schiena alla ricerca di una pistola inesistente e si avvicinò al suo
compagno preoccupato, guardandosi intorno. Tutti gli ospiti si erano
alzati pronti ad intervenire.
«Gli anelli! Possibile che vi siete
dimenticati gli anelli? Pastore Francis anche lei come ha potuto non
accorgersi di una tale mancanza?»
Tra i presenti si allungò un
silenzio stordito poi scoppiarono risate, urla di protesta e
borbottii infastiditi per lo spavento. Jared prese il viso di Andrew
tra le mani e si chinò per baciarlo con calma mentre il fuoco che
ardeva tra di loro iniziò a bruciargli dentro. «Ti amo anche io,
dolcezza. Anche se siamo circondati da un branco di pazzi…»
Andrew
ridacchiò, ma continuò ad avere le labbra contro le sue, gli buttò
le braccia intorno al collo e approfondì il bacio che suggellò la
loro unione. Anche senza fedi nuziali al dito.
Capitolo 4
«Ragazzi...» La voce del
Pastore Francis si fece man mano più insistente, ma Andrew non aveva
intenzione di staccarsi dalle labbra bollenti di Jared. Cosa poteva
esserci di così importante?
«Scusate...» Ancora la voce roca
con quella strana inflessione carica di fascino. In effetti poteva
esserlo per alcuni, ma per Drew era solo una pulce insistente che
pulsava nel suo orecchio.
«Adesso basta!» Una presa ferrea
intorno al braccio e si ritrovò staccato dal proprio uomo, con le
labbra ancora dischiuse a sbattere le palpebre come a volersi
riprendere da un sogno. Jared aveva più o meno la stessa
espressione. Drew arricciò il naso infastidito e spostò gli occhi
sull'uomo al suo fianco che lo guardava con rimprovero.
«Possiamo
finire la cerimonia?» chiese Jace lasciando andare la presa intorno
al braccio tatuato e guardandolo con un sopracciglio inarcato.
«Hai
interrotto il nostro bacio solo per finire la cerimonia e andare a
mangiare?» La voce di Drew si fece più acuta man mano che
l'indignazione prendeva piede. Stava vivendo un momento perfetto e la
piccola bambola Voodoo aveva deciso di interromperlo con la
collaborazione...Voltò il viso di scatto incrociando gli occhi di
Travis attaccato al braccio di Jared.
«Da quando dai retta a
qualcuno tu?» domandò Andrew con voce stridula al poliziotto, che
scrollò le spalle e alzò i palmi verso l'alto in segno di resa.
«Ink man ci tengo alla pelle. Sai quanto può essere...Creativo
Julian»
Una sorta di ruggito basso rombò al fianco di Drew che
tornò a voltarsi con gli occhi sgranati. Alle Hawaii non esistevano
animali feroci, che cazzo!
«Tuo fratello deve fare
l'antirabbica, avvocato! Sei sicuro di avere i permessi per animali
tropicali?» chiese senza distogliere gli occhi da quelli grigio
azzurri di Jace, che si fecero sempre più tempestosi.
«Qui
l'unico permesso che mi serve è quello di affogarti, ma non credo
che Jared sarebbe d'accordo» Ringhiò il cognatino spostandosi il
ciuffo con uno sbuffo.
Un colpetto di tosse li fece riscuotere
tutti e voltare verso il Pastore che, con espressione benevola, li
osservava divertito. «Potrei avere le fedi? Mi dicono che il
banchetto è da leccarsi i baffi e io non vedo l'ora di parteciparvi»
disse accarezzandosi la pancia prominente.
«Tra di noi è
rimasto qualcuno onesto a quanto pare» borbottò Drew guadagnandosi
una spallata e un'occhiataccia da parte di Jace, mentre questi su
allungava per porgere le fedi all'uomo.
«Inutile che mi guardi
male perché...» Mormorò Andrew con voce cantilenante come quella
di un bambino di tre anni, ma venne interrotto dalla carezza di
Jared sulla nuca. Come se il solo tocco del suo uomo potesse bastare,
ogni rappresaglia evaporò come neve al sole e Drew prese posto
docilmente al suo fianco.
«Suggelliamo quest'unione con un
simbolo di eterna continuità: gli anelli. Piccoli cerchi capaci di
incastrarsi tra di loro in modo perfetto per sempre. Auguro a voi,
Jared ed Andrew ,che questo simbolo vi accompagni nella vita che
avete scelto.» Il Pastore benedisse i due anelli e li porse ad
ognuno di loro perché potessero infilarlo all'anulare dell'altro.
Era un gesto che nel loro passato era già stato compiuto, eppure
Drew provò la stessa identica emozione. Un suggello per un amore che
sembrava destinato ad accompagnarli per l'eternità.
«Ti amo,
honey...» La voce uscì più roca del normale, ma l'emozione
rischiava di soffocarlo. Tossì nella speranza di riguadagnare una
certa compostezza, ma lo sguardo di Jared, carico di sentimenti e
luccicante, rischiò di di farlo crollare del tutto. Strinse le dita
tra le proprie e abbassò gli occhi su quella semplice fascetta
luccicante. Un ultimo raggio di sole la colpì facendola brillare e
Andrew si ritrovò a sorridere mentre il pensiero volava a Robbie.
«Sarebbe felice» disse Jared interpretando correttamente, come
al solito, la sua espressione.
«Lo sarebbe davvero. Lo è»
rispose Drew con un groppo in gola.
«Ho un ultimo dono per gli
sposi» La voce del Pastore interruppe quel momento carico di
emozione costringendo entrambi a voltarsi verso il suo viso
sorridente. Dalle mani scure pendevano due catene di fiori
gialli/arancioni. «Il lei dei Re, composto dai fragili fiori di
'ilima. Solo i grandi capi lo indossavano ed oggi voi lo siete, i
capi della vostra nuova vita, della vostra famiglia.»
Commossi
entrambi chinarono il capo per permettere al Pastore di infilarle al
loro collo. «Potete baciavi. Di nuovo» Sorridendo Andrew si voltò
verso Jared stringendogli le braccia intorno al collo e premendo le
labbra sulle sue, mentre intorno a loro gli applausi ed i fischi si
mischiavano con i rumori della natura.
«Sono sicuro di
essere pronto a scoppiare. Lo farò molto presto e di me non
resteranno che miseri brandelli di pelle colorata, che gli archeologi
cercheranno di decifrare in un prossimo futuro» disse Andrew mentre
camminava sulla battigia mano nella mano con Jared. «La pelle si
deteriora troppo in fretta, dolcezza. Non credo troverebbero nulla»
argomentò l'avvocato facendo sbuffare l'uomo al suo fianco.
«Sei
sempre troppo razionale, honey. Dovresti disperarti alla sola
possibilità di vedermi esplodere in mille pezzetti, non preoccuparti
di cosa gli altri ritroverebbero del mio povero corpo devastato»
Ridacchiò e si appoggiò a lui spalla contro spalla, mentre i piedi
affondavano nella sabbia ancora calda.
La festa era stata
perfetta; tutti si erano divertiti, avevano mangiato e ballato al
suono della musica hawaiana. Qualcuno aveva anche cercato di
coinvolgere gli sposi in una Hula, ma i risultati erano stati
abbastanza spaventosi da spingere i ballerini a rispedirli
educatamente ai loro posti.
«Vorrei sapere perché sono stato
guardato male quando ho proposto il Limbo. Potevo vincere lo sai?»
borbottò Andrew ancora offeso per le occhiate poco amichevoli che
aveva ricevuto.
«Forse perché il Limbo ha origini caraibiche e
non hawaiane» disse candidamente Jared spingendolo delicatamente sul
bagnasciuga dove le onde tiepide lambirono le loro caviglie.
«Davvero?» Drew voltò la testa di scattò e sgranò gli occhi
proseguendo: «E io non sono stato informato?»
Jared si limitò
a scuotere la testa e ridacchiare dicendo: «Immagino di no, ma posso
informarti sulle mie prossime intenzioni se vuoi» La voce bassa e
cavernosa attirò immediatamente l'attenzione di Drew la cui pelle si
era fatta tesa e formicolante in pochi secondi. Deglutì senza
parlare e si fermò di fronte a Jared sollevando gli occhi e
perdendosi nelle iridi color nocciola, che intravedeva appena alla
luce della luna.
«Dio, mi sento dannatamente fortunato, honey»
disse con voce incrinata dall'emozione. Tutta la giornata era stata
una giostra perfetta sulla quale la felicità sembrava aver steso un
velo luminoso. Andrew sapeva che non sarebbe stato sempre così, ma
avrebbe imparato a cogliere quei momenti, anche quando questi fossero
stati troppo piccoli per essere percepiti. E lo avrebbe fatto con lo
stesso uomo che, lentamente, stava slacciando i bottoni della leggera
camicia di lino. Rabbrividì al contatto con le nocche contro il
proprio petto e si umettò le labbra inarcando un sopracciglio.
«Sicuro che non ci faremo arrestare la nostra prima notte di
nozze?» chiese Drew avvertendo un tremito di aspettativa nella
propria voce. Non per l'arresto naturalmente, ma per la promessa che
vedeva riflessa nello sguardo di Jared.
«Sono sicuro che
troveresti un modo…creativo per evitarlo» Solo la voce era
incrinata dalla risata, perché il resto del corpo e
dell'atteggiamento di Jar parlava solo di una lunga promessa erotica,
che Drew non vedeva l'ora di portare a compimento.
Schioccò la
lingua tirando indietro le braccia per lasciar scivolare il tessuto
leggero sulla sabbia bianca e in seguito portò le mani avanti per
eseguire gli stessi gesti. Aveva un debole per la parità. «Mi stai
forse dicendo che potremmo fare a meno delle tue abilità
sofistiche?» chiese Drew slacciando i bottoni lentamente.
«Mi
stai dando del disonesto?» ribatté Jared con un sorrisetto sghembo.
Andrew avvicinò il torace al suo lasciando che le pelli si
sfiorassero e fece scivolare la camicia a terra dicendo ad un soffio
dalle sue labbra: «Non è forse il tuo lavoro, avvocato? Usare la
retorica delle argomentazioni per arrivare al fine che ti sei posto?»
«Sempre secondo la legge...» Qualunque altra cosa volesse dire
si perse sulle labbra di Andrew, che sigillarono e bevvero il resto
della frase. Le lingue duellarono, si sfiorarono, si accarezzarono
succhiandosi e mordendosi fino a quando entrambi furono costretti a
staccarsi a corto di fiato.
«Ho sempre avuto una visione precisa
di questa prima notte di nozze. Ci penso da un po'» Disse Jared con
voce resa roca dal desiderio.
«E sarebbe?» Drew lo chiese più
per divertimento che perché non avesse chiaro in mente quello che
desiderava suo marito.
Le dita lunghe si strinsero sui laccetti
del pantalone e le proprie fecero lo stesso mentre i loro occhi
restavano agganciati.
«Non abbiamo mai fatto l'amore in mare»
Il tono di Jared sembrava più basso e vibrante di quanto non fosse
mai stato e Andrew non poteva che immaginare questo dipendesse dal
paesaggio circostante e dalla consapevolezza, che questa era la loro
nuova occasione; una nuova vita da costruire e vivere insieme.
«Nel
mare delle Hawaii oltretutto...» Ridacchiò sfilando il laccio e
avvertendo la resa del pantalone sotto le sue abili dita.
L'acqua
continuò a mormorare intorno a loro, avvolse i loro corpi nel suo
tepore quando, stretti in un abbraccio, si addentrarono in quel mare
scuro, così simile al petrolio; li accompagnò, li cullò e li
sorresse portandoli all'apice del piacere. Il cielo scuro punteggiato
di stelle, unico testimone di quell'amplesso, assorbì in silenzio
gemiti ed ansimi. Calore, frescura, il suono placido della risacca
e...Due uomini illuminati solo dai bagliori lunari, che sussurravano
al cielo e all'acqua, parte integrante del loro rapporto, promesse e
speranze di un futuro tutto da vivere.
FINE
È possibile trovare Jared e Andrew nel secondo volume della Serie Through the flames.
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È possibile seguire F.N Fiorescato su Facebook alla pagina Throug the Flames Series
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Biografia
Dietro F.N. Fiorescato si nascondono due menti malate abitate da vocine insistenti che pretendono di guadagnarsi il podio della loro attenzione. Cinque anni fa' si sono incontrate ruolando in un GDR e da allora non hanno fatto altro che dar vita e sofferenze a milioni di personaggi, fino a quando non hanno pensato di 'buttarsi', non nel vuoto eh, ma in questa nuova esperienza. Francesca Fiorillo abita nella città eterna, ma sogna i ghiacci del Polo; ama i fumetti, la red velvet e ha una relazione stabile con il suo amato letto, che le permette di rilassarsi e partorire le idee migliori per far soffrire i suoi personaggi. Noela Todescato vive sulle montagne innevate della Valle d'Aosta, praticamente con Heidi, ma senza caprette educate; ama il caldo, ha una seria dipendenza dai dolci, due figli che la fanno impazzire e un amore smodato per il suo divano. Il sadismo verso i personaggi che partorisce dipende strettamente dal masochismo che alberga nel corpo della sua socia. Continuano a pensare di scappare in un posto che metta d'accordo entrambe e hanno votato per Tenerife, ma per il momento si accontentano di poter passare più tempo possibile insieme, azzerando i 732 km che le dividono durante le vacanze o ingrassando le tasche delle compagnie telefoniche.
Ciao a tutti!!! Mi chiamo Monica, penso di essere la donna più felice della terra dopo aver avuto il mio amante che mi ha lasciato per 7 anni per ragioni sconosciute. Non sono stato io stesso negli ultimi 7 anni perché lo amo (Donald) così tanto, mi sono imbattuto in una testimonianza che un corpo ha dato online come ha fatto riavere il suo amante attraverso l'aiuto del dott. Ade. Questo mi ha incuriosito e ho deciso di contattare anche il dott. Ade per chiedere aiuto. Ancora non so come il dottor Ade mi abbia riportato Donald dopo 7 anni di scioglimento entro 24 ore. Penso che il dott. Ade sia il più grande spiritualista sulla terra perché ha riportato la mia gioia e mi ha fatto sorridere. Donald è di nuovo completamente tra le mie braccia. Devo dire che sono fortunato ad entrare in contatto con Dr Ade. Le mie persone là fuori che hanno bisogno di aiuto per ricongiungersi con il loro amante perduto o qualsiasi problema di vita, questa è l'opportunità per te di riavere il tuo amato attraverso l'aiuto del dott. Ade, sono d'accordo con lui che condividerò il suo nome su Internet per far sapere alle persone di lui. Puoi contattarlo sulla sua email privata. adetempleofsolution@gmail.com. Chat per WhatsApp e Viber: +27710187753.
RispondiEliminaHOW I GOT MY EX HUSBAND BACK WITH THE HELP OF REAL AND EFFECTIVE SPELL FROM DR Osasu My name is Olivia Jayden, I never thought I will smile again, My husband left me with two kids for one year, All effort to bring him back failed I thought I'm not going to see him again not until I met a lady called Jesse who told me about a spell caster called Dr. Osasu , She gave me his email address and mobile number and I contacted him and he assured me that within 48hours my husband will come back to me, In less than 48hours my husband came back started begging for forgiveness saying it is the devils work, so I'm still surprise till now about this miracle,i couldn't conceive but as soon as the spell was cast,i became pregnant and gave birth to my third child,if you need any assistance from him you can contact him via:email: drosasu25@gmail.com Or WhatsApp or call him now: +2347064365391
RispondiElimina.
Dr.Osasu also cures:
1. HIV / AIDS
2. HERPES 1/2
3. CANCER
4. ALS (Lou Gehrig’s disease)
5. Hepatitis B
HOW I GOT MY EX HUSBAND BACK WITH THE HELP OF REAL AND EFFECTIVE SPELL FROM DR Osasu My name is Olivia Jayden, I never thought I will smile again, My husband left me with two kids for one year, All effort to bring him back failed I thought I'm not going to see him again not until I met a lady called Jesse who told me about a spell caster called Dr. Osasu , She gave me his email address and mobile number and I contacted him and he assured me that within 48hours my husband will come back to me, In less than 48hours my husband came back started begging for forgiveness saying it is the devils work, so I'm still surprise till now about this miracle,i couldn't conceive but as soon as the spell was cast,i became pregnant and gave birth to my third child,if you need any assistance from him you can contact him via:email: drosasu25@gmail.com Or WhatsApp or call him now: +2347064365391
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1. HIV / AIDS
2. HERPES 1/2
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